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Vaccinazione antinfluenzale: chi deve farla e perché freccelunedì 18 novembre 2013      


La campagna di vaccinazione antinfluenzale è iniziata in questi giorni in tutto il Paese in particolar modo per i soggetti a rischio, per i quali vaccinarsi non è solo raccomandato, ma è quasi un obbligo. A causa della vicenda  dei vaccini Novartis  ritirati lo scorso anno,  la fiducia nei vaccini è ulteriormente calata, e questo anche per colpa  di notizie allarmistiche che girano in rete e delle quali non si ha assoluta certezza.  L’Organizzazione Mondiale della Sanità, OMS, raccomanda la vaccinazione per quei soggetti che potrebbero patire serie conseguenze in caso dovessero contrarre l’influenza, malattia che è causata da un virus tra i più mutevoli che esistono.

Questo è infatti il motivo principale per cui è necessario vaccinarsi ogni anno, perché ogni volta i ceppi circolanti sono diversi e tra questi, gli stressi virus in molti casi non sono identici a quelli della stagione precedente. Quest’anno, ad esempio,  la formulazione del vaccino prevede sia il ceppo A che il ceppo B, che invece l’anno scorso non era presente perché ritenuto quasi ininfluente mentre invece ha mietuto non poche vittime, e inoltre l’H1N1.  Va quindi detto che la copertura vaccinale quest’anno sarà particolarmente efficace, soprattutto per quanto riguarda i soggetti  più deboli a livello immunitario e che quindi necessitano del vaccino.

Il vero problema è che molti sono contrari alla vaccinazione antinfluenzale a prescindere perché, in fondo, considerano l’influenza  non una patologia pericolosa ma più semplicemente una seccatura con la quale ogni anno è necessario fare i conti e si dimenticano che si registrano più decessi per colpa dell’influenza  che per la meningite solo che, è più rara e oltre tutto fa anche più paura di una “banale” influenza, mentre invece non lo è affatto. Ma anche i soggetti a rischio tendono a vaccinarsi di meno, tanto è vero che nel 2012 sono avanzate più dosi di vaccino rispetto all’anno precedente nelle strutture sanitarie dove si pratica gratuitamente il vaccino per i soggetti a rischio.

Questi sono prevalentemente i bambini affetti da malattie respiratorie, gli anziani oltre i 65 anni, i soggetti che soffrono di patologie croniche  quali:

  • malattie cardiovascolari;
  • malattie croniche dell’apparato respiratorio;
  • diabete mellito;
  • malattie metaboliche in generale;
  • epatopatie croniche;
  • insufficienza renale;
  • neoplasie;
  • malattie congenite o acquisite che determinano una bassa produzione di anticorpi;
  • subito dopo aver subito un intervento chirurgico o nell’imminenza di un intervento.

La copertura immunitaria prodotta dal vaccino si concretizza circa una ventina di giorni dopo la somministrazione, per cui il periodo migliore è appunto il mese di novembre, ma in tutti i casi anche fino ai primi giorni dell’anno. In questo modo si ha una protezione immunitaria che si protrae fino alla primavera. Vaccinarsi tardi, così come farlo quando già si è contratta l’influenza è del tutto inutile.
Questi soggetti devono vaccinarsi; è molto più di una raccomandazione in quanto le complicanze legate all’influenza potrebbero essere molto pericolose, addirittura letali, e non è affatto una possibilità remota.

Per tutti coloro che invece non vogliono assumere il vaccino, è necessario che mettano in atto alcune precauzioni per limitare il più possibile di contrarre l’influenza. Il contagio avviene per via aerea o perché si entra in contatto con le goccioline di saliva emesse starnutendo o tossendo, o anche perché le mani sono entrate a contatto con gocce di saliva infette.  È necessario quindi evitare i luoghi affollati, lavarsi frequentemente le mani e in tutti i casi non portarle alla bocca, evitare di frequentare persone che mostrano segni  riconducibili ad una influenza in atto, utilizzare se possibile le apposite mascherine.

©  RIPRODUZIONE RISERVATA

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La campagna di vaccinazione antinfluenzale è iniziata in questi giorni in tutto il Paese in particolar modo per i soggetti a rischio, per i quali vaccinarsi non è solo raccomandato, ma è quasi un obbligo. A causa della vicenda  dei vaccini Novartis  ritirati lo scorso anno,  la fiducia nei vaccini è ulteriormente calata, e questo anche per colpa  di notizie allarmistiche che girano in rete e delle quali non si ha assoluta certezza.  L’Organizzazione Mondiale della Sanità, OMS, raccomanda la vaccinazione per quei soggetti che potrebbero patire serie conseguenze in caso dovessero contrarre l’influenza, malattia che è causata da un virus tra i più mutevoli che esistono.

Questo è infatti il motivo principale per cui è necessario vaccinarsi ogni anno, perché ogni volta i ceppi circolanti sono diversi e tra questi, gli stressi virus in molti casi non sono identici a quelli della stagione precedente. Quest’anno, ad esempio,  la formulazione del vaccino prevede sia il ceppo A che il ceppo B, che invece l’anno scorso non era presente perché ritenuto quasi ininfluente mentre invece ha mietuto non poche vittime, e inoltre l’H1N1.  Va quindi detto che la copertura vaccinale quest’anno sarà particolarmente efficace, soprattutto per quanto riguarda i soggetti  più deboli a livello immunitario e che quindi necessitano del vaccino.

Il vero problema è che molti sono contrari alla vaccinazione antinfluenzale a prescindere perché, in fondo, considerano l’influenza  non una patologia pericolosa ma più semplicemente una seccatura con la quale ogni anno è necessario fare i conti e si dimenticano che si registrano più decessi per colpa dell’influenza  che per la meningite solo che, è più rara e oltre tutto fa anche più paura di una “banale” influenza, mentre invece non lo è affatto. Ma anche i soggetti a rischio tendono a vaccinarsi di meno, tanto è vero che nel 2012 sono avanzate più dosi di vaccino rispetto all’anno precedente nelle strutture sanitarie dove si pratica gratuitamente il vaccino per i soggetti a rischio.

Questi sono prevalentemente i bambini affetti da malattie respiratorie, gli anziani oltre i 65 anni, i soggetti che soffrono di patologie croniche  quali:

  • malattie cardiovascolari;
  • malattie croniche dell’apparato respiratorio;
  • diabete mellito;
  • malattie metaboliche in generale;
  • epatopatie croniche;
  • insufficienza renale;
  • neoplasie;
  • malattie congenite o acquisite che determinano una bassa produzione di anticorpi;
  • subito dopo aver subito un intervento chirurgico o nell’imminenza di un intervento.

La copertura immunitaria prodotta dal vaccino si concretizza circa una ventina di giorni dopo la somministrazione, per cui il periodo migliore è appunto il mese di novembre, ma in tutti i casi anche fino ai primi giorni dell’anno. In questo modo si ha una protezione immunitaria che si protrae fino alla primavera. Vaccinarsi tardi, così come farlo quando già si è contratta l’influenza è del tutto inutile.
Questi soggetti devono vaccinarsi; è molto più di una raccomandazione in quanto le complicanze legate all’influenza potrebbero essere molto pericolose, addirittura letali, e non è affatto una possibilità remota.

Per tutti coloro che invece non vogliono assumere il vaccino, è necessario che mettano in atto alcune precauzioni per limitare il più possibile di contrarre l’influenza. Il contagio avviene per via aerea o perché si entra in contatto con le goccioline di saliva emesse starnutendo o tossendo, o anche perché le mani sono entrate a contatto con gocce di saliva infette.  È necessario quindi evitare i luoghi affollati, lavarsi frequentemente le mani e in tutti i casi non portarle alla bocca, evitare di frequentare persone che mostrano segni  riconducibili ad una influenza in atto, utilizzare se possibile le apposite mascherine.

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